Settembre – Ottobre 2021

Firenze Ebraica. Bimestrale toscano di notizie e cultura ebraica.
Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 3628 del 3.11.1987


Direttrice responsabile:
Hulda Brawer Liberanome


Redazione:
Renzo Bandinelli
Wlodek Goldkorn
Paola Jarach Bedarida
Daniela Nencini
Milka Ventura Avanzinelli


e-mail: redazione@toscanaebraica.it

ISSN 2612-0895 (Ed. cartacea)
ISSN 2784-854X (Ed. digitale)


Comunità ebraica di Firenze
Via Luigi Carlo Farini, 4
50121 Firenze
Tel. 055 245252 – Fax 055 241811
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Impaginazione e stampa:
Nova Arti Grafiche srl – Signa (Firenze)

I numeri di Toscana ebraica sono consultabili presso la Biblioteca Marucelliana
di Firenze e la Biblioteca della Comunità ebraica di Firenze

Indice

Lettera ai lettori Hulda Brawer Liberanome

Messaggi di augurio dei rabbini e dei presidenti delle Comunità toscane

Rav Gadi Piperno, Rabbino Capo di Firenze 
Rav Crescenzo Efraim Piattelli, Capo culto di Siena 
Rav Avraham Dayan, Rabbino Capo di Livorno 
Rav Luciano Meir Caro, Rabbino di riferimento di Pisa 
Enrico Fink, Presidente Comunità ebraica di Firenze  
Vittorio Mosseri, Presidente Comunità ebraica di Livorno 
Maurizio Gabbrielli, Presidente Comunità ebraica di Pisa 

Festività

«E fu sera e fu mattino» rav David Gianfranco Di Segni  
Kippur e la teshuvà  rav Luciano Meir Caro
Le donne e la sukkà rav Gadi Piperno 
Tradizioni cabbalistiche nelle feste di tishrì rav Avraham Dayan
Rosh ha-shanà, una festività con molti interrogativi Hulda Brawer Liberanome e Daniela Nencini  

Cultura ebraica

Mosè in scultura Graziella Cirri  
Sui pregiudizi Raffaella Di Castro 
Elegia sopra il destino di don Yehudà Abrabanel (Leone Ebreo) Umberto Fortis
Siamo tutti Shtisel Wlodek Goldkorn
La presenza dell’antico Egitto in terra di Cana’an Maria Cristina Guidotti 

Bioetica

Emergenza e bioetica ebraica Renzo Bandinelli 

Shoà, Genocidi, Resistenza

I tefillin profanati del rabbino Meir Mayersohn Hulda Brawer Liberanome 
Non ho smarrito il tuo nome Maria Tina Melsas Campisi 

Israele

Un Paese apparentemente normale Tullio Sonnino 

Domande e risposte ‘al reghel achat

Responsabilità e privilegio rav Crescenzo Efraim Piattelli   
Il Satan e l’unicità di D-o  rav Crescenzo Efraim Piattelli

Dalle Comunità

Firenze

La nuova gestione di Opera Laboratori Fiorentini della Sinagoga e del Museo ebraico di Firenze Mariella Becherini
Una Comunità in dialogo? Enrico Fink 
Nonostante l’emergenza pandemica, le attività educative ebraiche non si sono mai fermate Silvia Guetta 
Incontri ed eventi in Zoom: un passo avanti o un passo indietro? Emanuela Servi Di Castro
Ringraziamenti Famiglia Servi

La voce dei ragazzi

My Jewish Lens Elia Catalucci 
Parashat Chuqqat derashà di Yoel Moravchick
Shabbat Chuqqat derashà di Lior Servi  
Shabbat Pinchas derashà di Yael Elyasy

Anagrafe

Varie

Epitaffi del cimitero di viale Ariosto Lionella Neppi Modona Viterbo 
Conversioni e dissociazioni Lionella Neppi Modona Viterbo

In Versi

Un rito ebraico in su l’Arno (Tashlikh) Piero Nissim 
Sprazzi di cielo Alessandro Nocchi

Libri e film

L’ebreo inventato recensione di Renzo Bandinelli 
La resistenza ebraica in Europa recensione di Marinella Mannelli 
Cielo nero. Romanzo autobiografico recensione di Tullio Sonnino 
Segnalazioni

Lettere

Shavu‘ot a Siena Filippo Fiorentini

Ricordo di

Rossana Caffaz Melichi Claudio Millul

Auguri

Lettera ai lettori

Nei trentaquattro anni di Toscana ebraica non ricordo un numero dedicato alle festività di inizio anno così ricco di articoli di rabbini toscani e non. Rav Di Segni spiega perché le festività ebraiche iniziano la sera della vigilia del giorno stesso citando in primo luogo il racconto della creazione dell’universo in Bereshit «e fu sera e fu mattina», per riportare poi altre fonti da lui autorevolmente commentate. Rav Caro parla di Kippur «il giorno che ci proietta verso l’alto ma costantemente ci tiene saldamente legati alla vita». Rav Dayan scrive di alcune tradizioni cabbalistiche e rav Piperno, illustrando le poche mitzwot obbligatorie per le donne, si sofferma in modo particolare su quelle legate alla sukkà. Rav Piattelli risponde a due domande fatte da iscritti alla Comunità di Firenze, una riguardante il concetto di Satan nell’ebraismo e l’altra il comportamento dell’ebreo rispetto alle regole del Paese ospitante. Rosh ha-shanà, che occupa poco spazio nella Bibbia, è diventato nei secoli una delle maggiori festività ebraiche ricca anche di tradizioni locali, come ad esempio in Italia (e non solo) il seder di Rosh ha-shanà, influenzato dal rito cabbalistico e del tutto sconosciuto all’ebraismo ashkenazita che osserva solo l’antico seder di Pesach. Daniela Nencini ed io cerchiamo di spiegarne il motivo attraverso alcune dotte citazioni.

I rabbini e i presidenti delle nostre Comunità, augurando un anno di ritorno ad una vita regolare per qualche aspetto ma innovativa per altri, sottolineano le difficoltà create dal Covid-19 che ha impedito per lunghi mesi la normale attività, solo parzialmente sostituita da iniziative online. A tale proposito vorrei citare rav Caro che scrive: «viviamo in tempi di crisi ma abbiamo imparato che non si deve mai sprecare una crisi. Si impara più da situazioni difficili che da quelle felici». Sulle difficoltà incontrate dalla scuola materna e dal Talmud Torà fiorentino e i notevoli sforzi fatti per affrontarle scrive Silvia Guetta. L’ADEI di Firenze ha cercato di continuare la sua attività anche se online non dandosi per vinta a causa del virus; ne scrive la sua presidentessa Emanuela Servi che infatti ha – fra l’altro – organizzato con noi della Redazione di Toscana ebraica due conferenze online con gli italiani di Gerusalemme. Un esempio importante di reazione all’epidemia ce lo dà da Israele Tullio Sonnino scrivendo del nuovo governo e della fine della lunga era di Benyamin Netanyahu. Nel momento del Covid-19 e della crisi dovuta ai missili di Hamas lanciati da Gaza, il Paese ha trovato l’energia e la volontà di tentare di voltare pagina. Ricordiamo anche l’esempio che Israele dà e che ha dato nell’affrontare la pandemia.
Le tribù di Israele camminarono quarant’anni nel deserto prima di arrivare alla Terra Promessa e, strana coincidenza, quaranta anni – scrive Graziella Cirri – il grande Michelangelo ha dedicato, con vari intervalli, al suo Mosè che milioni di visitatori ammirano ogni anno. Perché tutto questo tempo e perché il geniale artista ne era deluso?

Maria Cristina Guidotti illustra secoli di rapporti avuti dall’Antico e dal Nuovo Regno egiziani prima con la terra di Cana’an e, successivamente, con quel territorio conquistato e abitato dalle tribù di Israele, dal regno di Shomron (distrutto nel 721 a.e.v.) e dal regno della Giudea dai tempi di re David fino alla conquista babilonese nel VII-VI secolo a.e.v. L’Egitto ha combattuto in quelle terre, ha governato, ha firmato trattati con alcuni sovrani e ha fatto sentire la sua presenza per un lungo periodo. Infatti è in una stele egiziana risalente all’epoca del successore di Ramesse II (XIII secolo a.e.v., probabilmente durante la vita di Mosè) che compare per la prima volta il nome di Israele. Wlodek Goldkorn scrive su Shtisel, una serie televisiva che ha avuto grande successo e che descrive la vita in un quartiere di Gerusalemme, Geula, dove abitano prevalentemente charedim, in più di un senso un “ghetto polacco” dove si parla lo yiddish, lingua nella quale ormai non si pubblicano più opere di pensiero, di letteratura o di teatro di una certa importanza come è avvenuto regolarmente per molti secoli. Tutto questo a poche centinaia di metri dalle istituzioni nazionali e dalla regolare e vivace vita quotidiana della Gerusalemme capitale dello Stato di Israele che parla ebraico e che raggiunge notevoli successi a livello internazionale fra l’altro nei settori scientifico, letterario ed economico quasi sempre lontani dal “ghetto”. Perché il successo internazionale della serie?

La pandemia ha reso ancor più drammatiche le scelte imposte ai medici, fra la scarsità di letti ospedalieri, di medicinali che sembravano efficaci e la poca esperienza in materia. Della questione, sempre attuale, e in particolare di quella legata al Covid-19 parla Renzo Bandinelli.
Mariella Becherini scrive per Opera Laboratori non solo della serata inaugurale del Balagan Café estivo di quest’anno svolta alla presenza di autorità, ma anche delle visite guidate alla Sinagoga, del rinnovamento del Museo ebraico di Firenze e del restauro e della collocazione dei quadri del Guercino e di Gino Rossi. In concomitanza, l’Opera del Tempio ebraico di Firenze ha festeggiato i suoi venticinque anni ricchi di attività, compresi in primo luogo gli importanti lavori di restauro per i quali gli ebrei in Italia e altrove le sono certamente riconoscenti.
Troverete in questo numero anche altri articoli, poesie, recensioni e ricordi di chi ci ha lasciato.

A nome della Redazione vorrei augurare un anno di serenità, di ripresa, di ottimismo, di un serio sforzo da parte degli israeliani e dei palestinesi per trovare un modo per una  convivenza pacifica e condivisa. Auguro che il nuovo anno sia di pace per il mondo e che veda frenata la continua, pericolosa e costosissima corsa internazionale ad armarsi mentre decine di milioni di essere umani vivono sotto il livello di povertà.

Shanà tovà

Hulda Brawer Liberanome

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