Sono giorni tremendi quelli che viviamo oggi. Abbiamo visto efferatezze che vanno oltre l’immaginabile e come se ciò non bastasse sparse in varie di città anche manifestazioni antisemite che ci riportano ad un altro orrendo passato.
Mentre siamo in ansia per ciò che potrà succedere nei prossimi giorni ed il nostro pensiero va in particolare a tutti i parenti ed amici, ed anche agli amici degli amici, che abbiamo in Israele, penso che la marcia per la pace di Firenze indetta da padre Bernardo Gianni, indipendentemente da ciò che ci riserverà il prossimo futuro, passerà nella storia.
Alla fiaccolata per «un messaggio sempre rinnovato di pace e di speranza» (Giorgio La Pira) di lunedì 23 ottobre, con partenza alle 18.30 da Ponte alle Grazie e arrivo alla basilica di San Miniato al Monte, oltre al rabbino Gadi Piperno e all’imam Izzedin Elzir, ci sono state, insieme al sindaco Dario Nardella e tante altre autorità, oltre 10.000 persone.
«Vi invito – questa la convocazione di padre Bernardo – in queste ore oscure di angoscia, di smarrimento e di motivate preoccupazioni per il futuro non solo di quella o di quell’altra regione del nostro pianeta, ma per l’avvenire dell’intera famiglia umana, ad affrontare lunedì sera la salita che conduce a questo monte: non avremo parole da pronunciare, slogan da gridare, vessilli da esibire: i nostri volti, i nostri sguardi, il nostro silenzio, la nostra coscienza memore tanto del dolore degli ostaggi e dei loro congiunti, quanto del fiume di sangue, in grande parte innocente, versato in questi giorni di ferocia, e, ancora, il fuoco amico di fiaccole accese come argine al buio della notte, saranno – loro soltanto – il nostro “messaggio sempre rinnovato di pace e di speranza”» .
«Un segno di nuovo umanesimo», così l’Abate di San Miniato ha definito la fiaccolata di speranza e ha espresso gratitudine all’Imam e al Rabbino perché «la loro presenza è un dono di pace, di profezia, di coraggio e di libertà. Firenze abbraccia il vostro dolore, sostiene le vostre speranze. Firenze sogna la pace per le vostre terre […] Firenze che vuole odiare l’odio e amare l’amore stringendosi alle sofferenze di chi vive questi giorni […] Firenze invoca innanzitutto la liberazione degli ostaggi».
«Padre Bernardo Gianni – ha affermato Izzedin Elzir durante la fiaccolata – ha espresso quello che pensiamo sia io sia il Rabbino, ovvero dire no alla violenza, a qualsiasi violenza, verso qualsiasi persona. Oggi c’è la dimostrazione che Firenze grida no a qualsiasi violenza, no a qualsiasi guerra, e di non stare al gioco del più potente».
«Stasera la parola chiave è silenzio – ha detto rav Gadi – è il momento del silenzio, del dolore e dello sgomento per quello che abbiamo visto. Questo è l’animo della nostra comunità. Io comunque sono qui a raccogliere questo sentimento di vicinanza che abbiamo ricevuto dalla città».