Firenze Ebraica. Bimestrale toscano di notizie e cultura ebraica. Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 3628 del 3.11.1987
Direttrice responsabile:
Hulda Brawer Liberanome
Redazione:
Renzo Bandinelli
Wlodek Goldkorn
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Daniela Nencini
Milka Ventura Avanzinelli
Emanuele Viterbo
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Impaginazione e stampa:
Nova Arti Grafiche srl – Signa (Firenze)
I numeri di Toscana ebraica sono consultabili presso la Biblioteca Marucelliana
di Firenze e la Biblioteca della Comunità ebraica di Firenze

Indice
Lettera ai lettori Hulda Brawer Liberanome
Festività e pensiero ebraico
Purim: l’archetipo della gioia rav Gadi Piperno
Cultura
Divagazioni sulla sinagoga di Siena Giulio Burresi
Il racconto della priora Umberto Fortis
Creazione Marco Liuzzi
Limmud Italia Days Firenze 2024 Il Comitato organizzativo
Discorso tenuto da Nello Rosselli al Convegno giovanile ebraico di Livorno, novembre 1924
Etica della guerra Antonino Armao
Israele
Rapporto da Israele – dicembre 2024 Herbert Avraham Arbib
Dilemmi e contraddizioni della situazione attuale Renzo Bandinelli
Testimonianze Peleg Bar et al.
Questioni di Diritto Renzo Ventura
Le terrificanti guerre di Netanyahu e dei suoi sostenitori Sandro Ventura
Domande e risposte ‘al reghel achat
Il Capodanno degli alberi Filippo Tedeschi, Ufficio rabbinico di Firenze
Dalle Comunità
Firenze
Un Giardino per Daniela La Redazione
Pisa
Piazza dei Miracoli. Via delle Scole rav Umberto Piperno
Anagrafe
Varie
Da Vienna a New York Silvia Bemporad Servi
Anne ApplebaumFriedenspreis 2024 Giorgio Jellici
Helen Frankenthaler a Firenze Daniele Liberanome
Prime avvisaglie delle persecuzioni Lionella Neppi Modona Viterbo
In Versi
Stupore Alessandro Nocchi
Libri e film
Golda. Storia della donna che fondò Israele recensione di Renzo Bandinelli
Israele. Tra abisso e speranza. Viaggio nell’anima di un paese recensione di Emanuele Viterbo e Hulda Brawer Liberanome
L’emporio del cielo e della terrarecensione di Marinella Mannelli
La lampada resterà accesa recensione di Lionella Neppi Modona Viterbo
Segnalazioni
Ricordo di
Giancarlo Piperno Bruno Coen
Luciano Ardiccioni Piero Ventura
Auguri della Redazione
Lettera ai lettori
«Chi io sia e perché io mi senta ebreo e cosa intenda per ebraismo, ecco quanto cercherò di dirvi. Dirò forse qualcosa che alla maggioranza di voi suonerà spiacevole, qualcosa che vi parrà più o meno interessante, certo vi dirò cose sincere, cose che sento, cose che ho lungamente meditate. Desidero perciò di essere compreso da tutti… […]. Tengo al mio ebraismo e voglio tutelarlo da ogni deviazione […] intendo per ebraismo concezione religiosa della vita […] perché […] è indistruttibile in me la coscienza monoteistica […] considero con ebraica severità il compito della nostra vita terrena […] perché amo tutti gli uomini come in Israele si comanda di amare», ha dichiarato Nello Rosselli parlando al Convegno dei giovani ebrei che ha avuto luogo a Livorno cento anni fa, nel novembre del 1924. Sulla questione “chi è ebreo” si dibatte e si scambiano opinioni da millenni e ancora oggi. Il problema non sorge se si tratta di figli di madre ebrea, universalmente riconosciuti anche da rabbini osservanti, ma quando si tratta del solo padre ebreo, in numerosi casi riconosciuti come tali da entità non ebraiche, e oggi in casi specifici anche dallo Stato di Israele (vedi ad esempio il caso degli immigrati dall’Unione Sovietica, dove la documentazione ufficiale riportava solo l’appartenenza del padre). Ci sono stati numerosi casi in cui l’identità ebraica è stata seguita fino all’appartenenza dei nonni o di una parte di essi. Lo Stato di Israele ha dovuto darsi una legge chiara, anche se rifiutata da parte dei rabbini ortodossi. È così che coppie miste – rispetto alla fede religiosa − di cittadini israeliani e israeliani che non vogliono sposarsi con l’unico rito riconosciuto, quello ortodosso, vanno all’estero e si sposano civilmente, essendo questo un rito riconosciuto dallo Stato di Israele.
Qualcuno si troverebbe in difficoltà per far riconoscere come ebrei figli nati e cresciuti fuori di Israele e non appartenenti a una Comunità ebraica, e anche per far seppellire parenti in cimiteri ebraici, senza una chiara appartenenza al popolo ebraico. Il problema di chi è ebreo resta tutt’oggi aperto. Si considera che il numero degli ebrei nel mondo sia di una quindicina di milioni, una cifra che dipende anche da chi e come viene calcolata. Sono ebrei solo gli iscritti a qualsiasi tipo di Comunità organizzata, quindi quelli legati alla tradizione nel senso ampio del termine, insieme agli ortodossi e agli charedim nel senso più stretto del concetto, ma anche le varie organizzazioni di riformati? Oppure solo una parte di questi gruppi? La cifra potrebbe risultare solo approssimativa. La Toscana potrebbe funzionare come esempio. Gli ebrei iscritti a una Comunità ne fanno chiaramente parte, ma non è possibile tenere conto dei tanti che hanno scelto di vivere in Toscana, compresi non pochi israeliani e nordamericani che non mantengono alcun contatto con le comunità locali. È chiaro quindi che dell’esatto numero degli ebrei nel mondo abbiamo solo un’idea molto approssimativa, anche se un aiuto in questo senso potrebbe offrire l’Ambasciata di Israele a Roma.
Lionella Neppi Modona Viterbo raccomanda, specialmente alle generazioni più giovani, di osservare attentamente le eventuali prime avvisaglie di provvedimenti antiebraici, come quelli a suo tempo emanati dal regime fascista, seguendo l’esempio nazista già agli inizi degli anni Trenta dello scorso secolo. Ricordo la famiglia del professor Enzo Bonaventura, ebreo, arrivato a Gerusalemme dopo essere stato escluso dal corpo accademico fiorentino. Studiavo allora con un suo figlio al Liceo Ma‘alé fondato da emigrati dalla Germania e dall’Austria per essere l’unica scuola cittadina non laica che preparava i propri alunni all’esame di maturità, pur seguendo corsi supplementari di testi biblici e di Talmud.
Vorrei segnalare fra gli articoli che pubblichiamo lo scritto di rav Gadi Piperno sulla prossima festa di Purim.
Buona lettura
Hulda Brawer Liberanome