Novembre – Dicembre 2024

Questo è il primo numero della rivista che esce dopo l’inzio dell’anno ebraico appena cominciato, ma l’ultimo numero secondo il calendario civile, ed è anche l’ultimo del trentasettesimo anno da quando abbiamo fondato Toscana ebraica. La rivista aveva precedenti: si trattava di un Bollettino che dava poche notizie sulle attività soprattutto di Firenze, insieme ad alcuni articoli su argomenti di interesse ebraico tradizionale, storico e letterario. Con la nuova rivista, che esce regolarmente, come sapete, cinque volte all’anno, abbiamo cercato di dare molto più spazio anche ad argomenti comunitari, religiosi, storici e letterari, cercando di rispondere agli interessi dei vari membri delle Comunità toscane. C’è chi legge tutto con una certa attenzione, chi preferisce pochi articoli, c’è chi ha il tempo e l’interesse di leggere molti articoli più o meno contemporaneamente, e c’è chi ogni tanto legge un articolo. Spesso sentiamo reazioni positive agli articoli pubblicati, cosa che a tutti noi della Redazione fa molto piacere. Ma alcuni, pochi in verità, ci dicono chiaramente che i lettori sono pochissimi e che quindi svolgiamo un notevole lavoro inutile o quasi. Intanto penso che sia un’iniziativa valida perché arriva in tutte le case degli iscritti, cioè a chi frequenta la Comunità e a chi si fa vedere molto raramente.Il numero della rivista che vi presentiamo si apre con un articolo di rav Gadi Piperno su Chanukkà, una festività molto popolare che interessa tutti, i bambini per il sevivon, i più grandi per le ottime levivot e con la chanukkyà accesa per otto giorni, per ricordare la vittoria dei Maccabei dopo anni di battaglie contro le truppe greche terminata con la liberazione del Tempio di Gerusalemme e la sua nuova purificazione dopo aver tolto gli idoli. Ma non solo.

La vittoria, ci insegna rav Gadi Piperno, è anche la vittoria del nostro popolo e della sua cultura sulla cultura greca molto ricca ed estesa che certamente perdura negli anni e, in altre forme, in un certo senso fino ad oggi. 
Marco Liuzzi scrive sul significato del perdono; Orit Ben David, Shai Brawer e Emilia Perroni si soffermano a riflettere un anno dopo sulla tragedia dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, terminato con l’uccisione di 1204 ebrei israeliani, in buona parte ragazzi partecipanti a una festa, oltre a uomini, donne e bambini del kibbutz Be’eri vicinissimo a Gaza, e in più con oltre 250 ostaggi. Un attacco che ha colpito non solo Israele ma tutti noi ebrei perché manca una chiara risposta alla domanda «come tutto questo è potuto accadere?».
Avraham Arbib ci racconta degli ebrei libici e del loro relativamente facile inserimento nell’ebraismo e nella società italiane (rispetto agli ebrei libanesi e iraniani). 
David Palterer affronta un argomento difficile con il suo articolo Emanazione divina

Vi invito comunque a leggere attentamente tutto l’indice perché ci sono vari altri articoli su argomenti che vi potranno interessare.

Buona lettura

Hulda Brawer Liberanome