Marzo-Giugno 2021

Firenze Ebraica. Bimestrale toscano di notizie e cultura ebraica.
Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 3628 del 3.11.1987
Direttrice responsabile:
Hulda Brawer Liberanome
Redazione:
Renzo Bandinelli
Wlodek Goldkorn
Paola Jarach Bedarida
Daniela Nencini
Milka Ventura Avanzinelli
e-mail: toscana.ebraica@gmail.com
ISSN 2612-0895
Comunità ebraica di Firenze
Via Luigi Carlo Farini, 4
50121 Firenze
Tel. 055 245252 – Fax 055 241811
e-mail: info@firenzebraica.it
Impaginazione e stampa:
Nova Arti Grafiche srl – Signa (Firenze)

Indice

Lettera ai lettori Hulda Brawer Liberanome

Festività

Pesach, matzà maror isolati rav Gadi Piperno
Pesach dall’uscita dall’Egitto alla distruzione del Secondo Tempio
Hulda Brawer Liberanome e Daniela Nencini
Ricette per Pesach Michele Hagen

Cultura ebraica

La conservazione delle fonti talmudiche grazie alle comunità italiane a partire dall’XI secolo David Rosenthal
La falsa e infamante accusa di omicidio rituale rav Crescenzo Efraim Piattelli
Essere ebrei nella Polonia d’oggi Konstanty Gebert
Giuseppe e Zuleica: una lettura “laica” Umberto Fortis
Feste primaverili nell’antico Egitto Maria Cristina Guidotti

Shoà, Genocidi, Resistenza

La conferenza di Wannsee Giorgio Jellici
Susanna e David Cassuto ricordano il padre e la madre 
Nedo Fiano: la forza di vivere Susanna Nirenstein
La Pro Infanzia Israelitica di Firenze Lionella Neppi Modona Viterbo

Giorno della Memoria

Iniziative per il Giorno della Memoria 27 gennaio 2021 in Toscana Renzo Bandinelli
Il Giorno della Memoria ad Agliana Andrea Lottini
Living Memory a Trento: le iniziative, il progetto Denise Rocca

Israele

Fra organizzazione e improvvisazione Tullio Sonnino

Domande e risposte ‘al reghel achat

Le relazioni di affari rav Crescenzo Efraim Piattelli
Il rapporto con le leggi dello Stato rav Crescenzo Efraim Piattelli

La voce dei ragazzi

Shabbat Wayishlach derashà di David Ventura

Anagrafe

Varie

La Comunità ebraica fiorentina nell’anno 1939 Lionella Neppi Modona Viterbo
Qohelet: alla ricerca di un senso della vita Sandro Ventura
Ebrei di Sicilia in Toscana Alessandro Hoffmann

In Versi

Passaggi Piero Nissim

Libri e film

La pecora nera recensione di Renzo Bandinelli
Forse mio padre recensione di Wlodek Goldkorn
La vita a un passo da noi recensione di Lionella Neppi Modona Viterbo
Di madre in figlia recensione di Marinella Mannelli

Biblioteca: nuove accessioni a cura di L. E. Funaro

Lettere

Dalla rinascita ad oggi. Frammenti di vita vissuta Miriam Cividalli Canarutto

Ricordo di

Moshé Brawer Hulda Brawer Liberanome
Leonardo Amoroso Milka Ventura e CISE
Carlo Finzi Lionella Neppi Modona Viterbo

Auguri

Lettera ai lettori

Due sono gli argomenti al centro del numero che vi presentiamo: Pesach, la celebrazione dell’uscita frettolosa e miracolosa dall’Egitto, e la Shoà. Pesach è anche la festa della primavera rimasta tale dopo che il calendario biblico lunisolare è stato cambiato nel corretto calendario lunare babilonese. Ne scrivono rav Gadi Piperno, Daniela Nencini ed io. Alla domanda come e quando si festeggiava la primavera nell’Egitto dei faraoni, quindi anche durante la permanenza delle dodici tribù di Israele, risponde Maria Cristina Guidotti. Pesach è ed è sempre stata una festa gioiosa, una settimana che segna un intervallo particolare fra tutte le altre settimane dell’anno, richiede preparazione, cibo e stoviglie particolari e spesso è un’occasione per le famiglie allargate di riunirsi. Nei circa mille anni dell’esistenza dei due Templi di Gerusalemme fu una delle tre occasioni per il pellegrinaggio del popolo a Gerusalemme, in quei giorni città affollata e festeggiante. Con la diaspora e la formazione di comunità ebraiche sparse in numerosi Paesi, la festa in certi momenti storici, e soprattutto nell’Europa cristiana, fu segnata da angoscia e paura per le false accuse contro ebrei incolpati di essere coinvolti in omicidi rituali di bambini cristiani per usare il loro sangue per la preparazione delle matzot, accuse che spesso culminavano in tragedie per le locali comunità ebraiche. Ne descrive e documenta rav Piattelli.

In meno di un’ora i gerarchi nazisti, riuniti il 20 gennaio del 1942 in una villa a Wannsee nelle vicinanze di Berlino pochi mesi dopo l’attacco all’URSS (allora il maggior centro mondiale del nostro popolo) e ai territori ad essa associati,

decisero la sorte di milioni di ebrei da eliminare nei Campi di concentramento e di morte. Fu la soluzione trovata velocemente per risolvere la lentezza dei massacri di ebrei con le modalità utilizzate fino ad allora. Ne documenta dettagliatamente Giorgio Jellici. David e Susanna Cassuto ricordano il loro padre Nathan, il rav di Firenze che non volle abbandonare la sua comunità, fu deportato e non fece ritorno; Susanna Nirenstein ricorda invece l’amato zio Nedo Fiano sopravvissuto a Auschwitz. Lionella Neppi Modona Viterbo si sofferma sugli avvenimenti della Firenze ebraica nell’anno 1939. In una parte della rivista dedicata alle celebrazioni del 27 gennaio riportiamo l’articolo di Andrea Lottini che descrive la Shoà nel pistoiese e si sofferma a lungo sulla collaborazione fascista, ma anche di semplici cittadini, nella cattura e deportazione di ebrei profughi che speravano di salvarsi in quelle località. Renzo Bandinelli segnala alcuni dei numerosi incontri e dibattiti, tenuti soprattutto online, durante i giorni dedicati alla Memoria in Toscana.

Oltre ai due argomenti principali di questo numero vi proponiamo, come sempre, articoli concernenti aspetti vari di argomento ebraico e aggiungiamo anche una nuova rubrica dedicata alla poesia. Della parte avuta dalle comunità italiane nella conservazione del Talmud scrive da Gerusalemme il professor David Rosenthal che si sofferma su “La conservazione delle fonti talmudiche grazie alle comunità italiane a partire dall’XI secolo”, mentre Sandro Ventura cerca in Qohelet un senso alla vita.

Buona lettura

Hulda Brawer Liberanome

Abbonati a Toscana ebraica

LEGGI TUTTO IL GIORNALE IN DIGITALE A SOLI 30€ L' ANNO